mercoledì 16 giugno 2010

Lettera di Elio De Capitani, direttore artistico del Teatro Elfo Puccini


Cari Marco, Edoardo e Federico,

la sostenibilità ambientale è non è una ideologia, come per anni molti hanno voluto credere e molti vogliono far credere ancora oggi.
E' il modo in cui dovremo saper coniugare tutte le nostre scelte in modo intelligente per imparare a vivere meglio, ma in prospettiva è meglio dire imparare a sopravvivere.
E' anche un modo per rinegoziare intelligentemente - prima di tutto dentro le nostre teste, perché si radichi nella società - il rapporto tra politica, tecnica, economia, uomo e natura che rimetta al centro una idea cultura come "aver cura" e "saper coltivare", che riannodi il nostro agire al lungo respiro e non alla frenesia accecante dell'attimo e dell'attualità come unico traguardo della modernità .
La sostenibilità mette in relazione gli interessi forti nel presente e altri interessi, pur deboli ora ma che sanno pensare anche a chi verrà dopo di noi e non può esprimersi ora. Mette in ballo il rapporto tra generazioni, tra passato, presente e futuro.
Sono un artista di teatro e so sulla mia pelle quanto è trascurato in questo paese il valore dello scambio simbolico che avviene tra platea e palcoscenico, uno scambio simbolico generato dallo stesso ventre e negli stessi anni della democrazia: il laboratorio ateniese. Riaprire ora quel laboratorio, nella complessità della vita dell'uomo venticinque secoli dopo, non è facile, ma va fatto.
Senza la capacità di contrastare culturalmente l'avanzare i travolgente di un modello di società dello spettacolo che presentifica tutto e rende plebeo e plebiscitario ogni atto di governo, noi non andremo lontano, pur con tutte le nostre camaleontiche capacità di arrangiarci.
Fare la nostra parte come città di Milano, peraltro anche nel nostro pieno e diretto interesse di cittadini che vivono o lavorano qui, può e deve essere il nostro primo passo.
Aderisco con questo spirito, con un idea di ecologia che parte dall'inquinamento ambientale vuole anche combattere l'inquinamento culturale, figlio dello sdoganamento dell'ignoranza come nuova idolatria autoreferenziale degli italiani.
L'idea di città che questi referendum propongono non è utopistica ma praticabile e necessaria. Il vantaggio di Milano è anche di essere una città relativamente piccola, gestibile, e ancora relativamente vivibile.
Aderisco e farò, sto già facendo la mia parte. L'avere poi un teatro come il nostro nuovo Elfo Puccini che è a emissioni zero per la città è motivo di orgoglio: vorremo fare di più. Vorremmo le rastrelliere per biciclette davanti al teatro, il metrò notturno, i pannelli solari per autoprodurre il più possibile l'energia che ci serve per far funzionare le pompe di calore che già oggi prelevano energia geotermica dall'acqua di falda per riscaldare e raffrescare il nostro teatro.
Come vedete è un'adesione assai convinta e spero che molti cittadini aderiscano a questa bella iniziativa come già è accaduto nell'atrio del nostro teatro ieri sera, durante la serata del Manifesto per Milano, che ha visto un'affluenza ben al di sopra delle aspettative: segno che i cittadini sentono che non si può rinunciare a costruirsi un futuro diverso.
Un abbraccio.

Elio De Capitani

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